mercoledì 20 maggio 2009

On the rail


Vi dico solo che e' mezzanotte e che sono nel computer di un ostello in Mongolia, quindi il mio tempo a disposizione per aggiornarvi sulla mia situazione in giro per l'Asia non e' molto...

Sabato 9 maggio, esattamente un mese dopo la mia partenza, mi ha raggiunto a Pechino il mio compagno di viaggio Scoma. Con la scusa di chiedere alcune informazioni per la tesi al mio professore cinese, ha condiviso con me l'ultima settimana, che e' stata una delle piu' belle nella capitale cinese. Con lui e JingLu abbiamo riso tanto, mangiato e girato Pechino, sempre con il sorriso!
Lasciare la mia fidata guida, compagna di lavoro e amica cinese, Jing Lu non e' stato facile, in quanto un mese sempre assieme, condiviso tra pranzi, cene e laboratiorio ha indubbiamente creato un bel legame, di profonda amicizia, tra noi.

Treno per Ulan Bator alle 7.40 di sabato 16 maggio. Treno mongolo e per fortuna abbiamo tutto uno scompartimento (4 posti) per noi. Facciamo amicizia subito con una simpatica signora ceca che scopriamo poi parla 9 lingue, tra cui italiano...
Il treno comincia ad allontanarsi dalla caotica capitale, per inoltrarsi tra le montagne a nord, per poi sbucare in zona brulla e semi deserta, ossia la provincia della Mongolia Interna (che fa parte della Cina).
Facciamo amicizia con un ragazzo americano, che ha vissuto per 2 anni in corea e che adesso sta intraprendendo un lungo viaggio senza meta per il vecchio continente.
Il treno arriva alle nove e mezza circa al confine con la mongolia, dove i personale ci fa scendere perche' devono cambiare "le ruote" a treno: lo scartamento cinese e' piu' piccolo di quello mongolo e russo, e mancando un sistema automatico, i passeggeri sono costretti a scendere e attendere per 2 ore in stazione, lo svolgere dell'operazione... 3 ore passate a chiaccherare in allegra compagnia.
Ripartiamo e, dopo una bottiglia di whisky da 20 yuan in 4, ci stendiamo nella cuccetta.

Mai dormito cosi' bene in treno! Sara' per il whisky o cosa.... Fuori dal finestrino ci accoglie il deserto del Gobi! Per ore e ore il deserto non la smette di guardarci.
Piano a piano pero' comincia a spintare qualche erbetta nel terreno, fino a quando compaiono colline verdi e ondulate e il paesaggio si fa gradevole.

Arriviamo a Ulan Bator 2 ore in ritardo e andiamo subito al nostro favoloso ostello.
Alla sera cena in compagnia.

La mattina del giorno seguente partiamo per un tour di 3 giorni e 2 notti nel parco del Gorghi-Terelj, dove abbiamo potuto fare trekking, cavalcare e dormire in una tenda di nomadi, la cosiddetta gher! Favoloso! (le foto al mio ritorno)

Oggi siamo tornati a UB, spese, giro in piazza, cena tipica.

Domani treno per il lago Baikal!

Siccome non ho potuto scaricare foto vi inserisco 2 che mi ha gentimente dato Bart, il ragazzo americano che oramai e' diventato un nostro fido compagno di viaggio).

A presto per nuovi post e aggiornamenti, ma non prometto niente...
Un saluto a tutti!

domenica 26 aprile 2009

Il Milione

A spasso per la Cina come il mio omonimo Polo. 

Tipica campagna nella provincia dello Shandong

La scorsa settimana e’ arrivato Giustino, il mio capo e correlatore della tesi. Con lui e il prof.Zhang abbiamo viaggiato in lungo e in largo 7 Provincie. Qui le chiamano provincie, ma una di esse e’ grande come il nord Italia…

Siamo partiti martedi’ pomeriggio, dopo pranzo. Inizialmente abbiamo fatto autostrada, che poi si e’ tramutata in stradone, che poi si e’ tramutata in strada normale. Strada normale in Cina significa piena di buche da schivare (una non l’abbiamo schivata e il giorno dopo siamo dovuti andare a cambiare le ruote della Volkswagen Touran del prof…), carretti e biciclette da evitare, incroci senza regole… Infatti siamo arrivati, dopo una visita pomeridiana ad una piantagione, alle 1 di notte all’albergo fissato (non ricordo che citta’, ma mi sembra nella provincial dello Shandong).


Chiedendo indicazioni lungo la strada (non io, il prof Zhang chiedeva)

Contadino dentro alla tipica serra cinese (con un lato di muro di terra) fiero della la sua produzione di cetrioli

Ce ne ha fatti mangiare 5-6, e ce ne ha dato un sacchetto pieno da mangiare in macchina...


Ovviamente non c’erano tanti ristoranti aperti, quindi abbiamo dovuto mangiare per strada dall ‘onto’ di turno…

Il giorno dopo autostrada. Sempre diritta, senza macchine, tutta per noi. Qui le autostrade le hanno costruite per il futuro. Non tutti possono ancora permettersi un’auto, e quelli che la possiedono preferiscono non pagare l’autostrada. 

Comunque l’impressione che si ha, girando per la Cina e’ quella di un paese che corre a mille. Un cantiere a cielo aperto. 10 anni fa erano nella fase bicicletta. Adesso cominciano carretti a tre ruote a motore e automobili. Sicuramente tra 10 anni avranno fatto altri passi da gigante. Poi non e’ mica come da noi, che per fare il passante di Mestre ci hanno messo 15 anni. Qui la terra e’ dello stato. Se lo stato decide di fare una autostrada e una linea a alta velocita’ dal nord al sud della Cina, in 4-5 anni sono pronte!

Ed e’ quello che stanno facendo. E’ vero pero’ che in citta’ c’e’ un inquinamento pazzesco. Ma secondo me risolveranno anche quello. Se lo stato in 10 anni decide di fare andare tutte la auto a idrogeno, cosi’ e’! Nessuna discussione.

Non vi faccio la cronaca dettagliata dei 4 giorni, se no vi scrivo un papiro che non finisce piu’…

Vi dico solo che abbiamo fatto una media di 500 e passa km al giorno, a tappe, dove incontravamo I funzionari dei servizi forestali locali, che ogni volta ci portavano a mangiare fuori. Da loro il brindisi non si puo’ rifiutare. Il Gambei (=bevilo tutto) e’ obbligatorio, soprattutto se sei ospite. Solo che volevano farcelo fare continuamente con il loro vino, che e’ praticamente un distilato di riso che fa 40 gradi! Se non avessimo molte volte rifiutato non saremmo sopravvissuti…

Poi i cinesi a tavola fanno schifo! Fumano, ruttano e anche, i piu’ rozzi, scatarrano per terra.

Qui sputano dappertutto. Soprattutto le persone sopra i 40 anni. Tutto sommato non ho visto tanti giovani farlo. Speriamo per il futuro…

L’ultima sera eravamo nello JangXi, praticamente piu’ vicini a HongKong che a Pechino. Infatti c’era un caldasso umido pauroso, e 30 gradi. Alla sera siamo andati a mangiare in un ristorante in stile antico, con tutti poster di Mao. Da queste zone l’Armata Rossa si e’ organizzata per il colpo di stato. Anche qui una serie di Gambei a non finire. Abbiamo mangiato di tutto. Ci hanno offerto del pesce, hanno ditto, una specie di serpente d’acqua a fettine. Ne ho assaggiata una (mmhh, quanti ossicini). Era sicuramente un bel bisso…

La sera non era molto tardi, e il segretario dei servizi forestali locali (un po’ brillo dopo I 10 gambei) ci porta in un locale dove fanno il lavaggio dei piedi. Penso si chiami cosi’ perche’ inizia con il lavaggio dei piedi, ma poi massaggio dei piedi, gambe, schiena, spalle, collo. 2 ore e mezza. Costo? 5 euro.

Il giorno dopo abbiamo fatto la mega tirata in macchina. 1600 km. Come dalla Germania andare a Palermo

Arrivati alle 3 di notte all’albergo (avvisato preventivamente) ci buttiamo per 4-5 ore, poi la mattina dopo accompagnamo Giustino a prendere l’aereo.

In questi giorni, con le miriadi di ore in macchina, si e’ discusso molto con il prof.Zhang delle informazioni che deve darmi per la tesi. Speriamo bene.

Domenica relax. E’ una bella giornata e non ho voglia di andare in centro in mezzo al traffico. Prendo la bici e faccio 3-4 km, fino all’ingresso nord delle Fragrant Hills, le colline nord occidentali di Pechino. Colline, ma alla fine faccio 600 m di dislivello, e arrivo in cima con una vista fantastica che domina la capitale cinese. Dall’altra parte si vedono le montagne, verso la Mongolia Interna. E’ piano di gente che cammina. Gruppi di amici, coppie, famiglie. Come andare una domenica d’estate a CampoGrosso. Infatti sulla cima di una delle colline stanno costruendo un rifugio, che presumo servira’ come ristorante per i camminatori.

Le persone sono tutte simpatiche. Mi salutano tutti e attaccano tutti bottone. Con chi mi parla inglese rispondo, ma chi attacca col cinese faccio ancora un po’ fatica…

Qualche parola la mastico, tipo salve, arrivederci, grazie, prego, quanto costa, 1-2-3-4-5-6-7-8-9-10. Insomma, quell che basta per andare al supermercato o a comprare qualcosa.

Non ho piu’ il mio computer con me, quindi mi tocca usare windows in cinese. I programmi sono gli stessi ma la tastiera e’ un po’ diversa quindi vederete degli errori ogni tanto. Non ci sono le lettere con l’accento…Scusate se trovate qualche errore nel testo.

Il computer l’ho dato a Giustino, per evitare di doverlo portare in Transiberiana. Ah, a proposito, il mio treno per Ulaan Bataar parte il 16 maggio!


Lavoratori con tronchi di Paulownia


Mare? No, lo Yangtze, il fiume Azzurro, il terzo fiume nel mondo


Una tavola cinese imbandita

Paesaggio dall'autostrada nella provincia dello Anhui

Cena nello JiangXi

Gambei!!

Ristorante

Il massaggio ai miei piedi


Foresta di Bambu'

Bambu' (la base delle impalcature in edilizia: bambu' e corde)


Proprietario di una piantagione di Ginko, per ottenere i frutti che qui sono molto utilizzati in cucina (molto buoni!)

 Contadini al lavoro nella piantagione di Ginko

 

domenica 19 aprile 2009

Dalla Cina con...


Ecco che la prima settimana cinese è passata.
Avrei tantissime foto da farvi vedere, ma ne metto solo qualcuna. Le altre vi aspettano al mio ritorno.

Innanzitutto da lunedì ho iniziato il mio lavoro di Colture di Tessuto Vegetali, con il colto professor Huang, anziano cinese (penso già in pensione…) ma con una grandissima esperienza in questo campo. Nei giorni di questa settimana ho imparato come si preleva materiale dalle piante, come prepararlo, come farlo crescere in laboratorio. Ho anche fatto un po’ di pratica e ho preparato dei vasetti di piantine. Vediamo tra 2-3 settimane come sono cresciute…
Ovviamente il prof non parla un’acca di inglese, ma per fortuna ho sempre accanto a me Jing Lu che mi traduce tutto in inglese. Finora nessun problema.
Il martedì e il giovedì sono invitato si gioca a calcio nel campo di fronte agli uffici. Tanto per correre un po’. Ho già un posto da titolare…



Sabato mattina Jin Lu ha un matrimonio, quindi mi mette in contatto con Daniel e andiamo a vedere la zona olimpica, costruita appunto per le olimpiadi dell’anno scorso. Lo stadio è mastodontico!
La giornata è, come al solito, uggiosa, con nebbiolina e foschia. Quando non c’è vento a Pechino è sempre così. (qualche giorno fa invece era limpido).



Cosa facciamo al pomeriggio? Daniel non sa che propormi, quindi decido di andare al Tiantan, il Tempio del Cielo, seconda tappa d’obbligo, dopo la Città Proibita, per i turisti.
Prima però ci fermiamo a pranzare (noodles e verdure) in un ristorante (solo cinesi ovviamente) vicino al Mercato delle Perle. Chiedo a Daniel poi se possiamo fare un giro dentro. È una specie di centro commerciale dove vendono di tutto, ma composto all’interno come un mercato: ognuno con la sua bancarella. Facciamo un giro nel reparto elettronica e vengo letteralmente aggredito da venditori. La maggior parte vuole vendermi l’I-phone per 80 euro. Daniel però mi dice che è una copia, e che se poi si rompe (molto facile) non avrei modo di aggiustarlo. Per fare un’esperienza mi metto a trattare con una venditrice per comprare la scheda di memoria per la mia macchinetta digitale. Vuole vendermene uan da 8 gb a 350 yuan (35 euro). Mi mostra il prezzo nella calcolatrice e poi mi chiede in inglese quanto sono disposto a pagarla. Io allora le batto 100 yuan sulla calcolatrice e le mi risponde “Impossible!!”, e mi mostra le caratteristiche tecniche della schedina. Poi mi batte 300 yuan nella calcolatrice. Mi diverto un sacco!! Alla fine facciamo per andare e lei si mette praticamente a urlare per cercare di tenerci lì. Daniel mi assicura che posso trovala a meno.
Una volta entrato nel Tiantan rimango affascinato non tanto dalle costruzioni, ma dalla gente che c’è dentro al parco. Daniel mi spiega che per gli over 65 anni, l’ingresso ai parchi è gratuito (noi abbiamo pagato 35 yuan, 3,5 euro) quindi i pensionati si ritrovano a giocare a carte, cantare in coro, giocare con una specie di “molla” con le piume, che devono calciare e tenere in aria. Avvisto un gruppetto di gente che sta giocando e decido di provare



Non è facile inizialmente, ma dopo un po’ comincia a essere divertente. Gioco per 5 minuti, poi prima di andare via un ambulante mi ferma e mi chiede se voglio comprarne due per ben 5 yuan (50 centesimi…). Affare fatto! Poi a casa vi mostro come si gioca (non posto il video che è troppo pesante).
Terminiamo la nostra visita al Tempio del Cielo, dove l’imperatore era solito fare sacrifici e cerimonie. Folla di turisti…



Poi ci chiama Jing Lu, che ha finito e che ci sta aspettando ad una specie di Paese dei Balocchi dello shopping. Ovviamente è quasi dall’altra parte della città e ci mettiamo un’ora e mezza ad arrivare.
È una specie di palazzo a 6 piani disposto sempre a bancarelle. Vendono soprattutto cianfrusaglie. Al secondo piano vendono borse. Jing Lu mi spiega che costano pochissimo, ma il materiale con cui sono fatte è veramente scadente.
Siamo arrivati tardi però e il centro sta per chiudere.
Andiamo a casa di Daniel per la cena. Dalle 10.00 in poi però non ci sono più autobus e ci toccherà dormire da lui. OK! Lui abita in un quartiere periferico, dove i cinesi che ci abitano non hanno mai visto un occidentale, se non in tv! Prima di salire da lui andiamo in un mercatino a comprare della verdura per la cena. Qui vengo accerchiato dalla gente, che vedendo uno straniero, incuriosita, cominciano a farmi domande e a chiacchierare (ho sempre Jing Lu a fianco ad aiutarmi per fortuna). Un cinese pacioccone attacca bottone e chiacchieriamo un po’, finchè Daniel finisce le compère. Io li sbalordisco con le 4-5 parole che ho imparato in cinese, e si mettono tutti a ridere. Sono tutti molto cordiali e simpatici.




Daniel abita con 2 ragazzi (in 3 in una camera) e altre 2 ragazze (in un’altra camera). C’è poi una piccola cucina e un bagno (non ho fatto foto per pietà…).
Assieme alle 2 ragazze inizia a lavare e tagliuzzare le verdure (zucchine, rafano, patate, asparagi, peperoni) e a preparare le uova. In un’oretta è pronto e ci sediamo a tavola (una delle 2 camere…) a cenare.



Ovviamente tutto è già tagliato. Dopocena Jing Lu va a casa di un’amica a dormire e io resto da Daniel, che ha un letto libero perché uno dei 2 coinquilini non c’è.
Dormo anche abbastanza bene.
Stamattina, assieme a lui per gran parte del tragitto, autobus + metro + metro + autobus e in meno di tre ore (…….) sono a casa.

Il mio capo che doveva arrivare oggi a Pechino ha avuto problemi con l’aereo e quindi arriverà domani.
Forse questa settimana si va nel sud della Cina per vedere delle piantagioni.

Zaijian!

domenica 12 aprile 2009

Una Pasqua un po’ insolita…

Rubo qualche post al mio blog dei mitici Nemici della Pianura, in questo periodo non particolarmente impegnati in avventure montanare a causa della mancanza di un membro fondamentale, per narrarvi come si vive in oriente.

Il viaggio aereo da Venezia a Pechino via Vienna è stato abbastanza tranquillo. L’aereo da Venezia era una specie di biplano con le eliche che poteva cadere da un momento all’altro, ma il tragitto fino a Vienna è stato breve. Il super-Boeing fino a Pechino invece era un mostro. I sedili non molto comodi per 9 ore di viaggio, ma per fortuna il posto accanto al mio era libero e ho potuto distendermi a piacimento.

Arrivo al nuovo Terminal 3 di Beijing Capital Airport alle 11.40 ora cinese, ma 4.40 ora italiana. All’uscita mi attendevano il prof. Liu Tao e mr.Lee con il cartello “Marco”. Liu Tao parla un po’ d’inglese e sono riuscito a capire che il mio professore (Zhang) è via per due giorni e che nel frattempo lui avrebbe badato a me. La prima impressione sceso dall’aereo è quella di essere stato catapultato in un altro mondo istantaneamente, e infatti mi trovo abbastanza spaesato. Per questo motivo intendo tornare in Europa via terra, per godermi i lenti cambiamenti di paesaggio e di cultura, da una parte all’altra del mondo.

Per i due cinesi è mezzogiorno e prima di portarmi in albergo mi portano al ristorante a mangiare. In quel momento mangiare è il mio ultimo pensiero, ma se sei un ospite non puoi rifiutarti. Entriamo in un ristorante dove ci accolgono circa 10 ragazze vestite in costume tipico. Qui in ogni posto, negozio, bar, le persone addette sono almeno 7-8, inoltre con sempre 1-2 guardie all’ingresso (ieri ho chiesto perché, e mi hanno risposto che i cinesi sono tantissimi, e che ognuno deve pur lavorare…). Inizialmente non mi portano la forchetta e faccio qualche disastro con i bastoncini. Però poi una gentile signora mi porta l’attrezzo occidentale, con il quale riesco mangiare qualcosa. Sono stanchissimo…

Ufficio studenti, che uso per internet e come postazione


Ciò che si vede dall' ufficio

Liu Tao mi porta all’albergo dove alloggerò, perché non posso alloggiare nello studentato (solo qualche giorno dopo capisco che c’è stato un incendio di recente ed è inagibile). La camera fa letteralmente schifo: niente finestra, bagno sporco,niente armadi… Per fortuna che devo restare un mese! Chiedo subito a Liu Tao di trovarmi un’altra sistemazione e si attiva fin da subito, con la promessa che il giorno dopo avrei avuto un altro albergo. Al tardo pomeriggio vado in ufficio dell’Accademia di Scienze Forestali, all’interno di un enorme campus. Qui conosco Jing Lu, la ragazza che è incaricata di “badare allo straniero” durante la sua permanenza. Parla abbastanza bene inglese, e con lei mi trovo bene. Andiamo a mangiare nella Hall degli studenti (mensa) e mi insegna come tenere i bastoncini. Inizio a fare progressi! Dopocena mi accompagna vado a vedere il suo appartamento, che divide con altri 6 studenti. La mia camera non è peggio… Poi mi accompagna in albergo, e la prima giornata è andata.

Mensa studenti

Venerdì Lui Tao passa a prendermi alle 8 e mezza e mi porta nel nuovo albergo. È un po’ più distante ma è molto meglio: ho la finestra e almeno è pulito. Ho capito che non posso pretendere la doccia separata dal bagno (cioè, il bagno è la doccia, niente tela o box…). Al pomeriggio incontro il prof.Zhang che mi parla del mio lavoro e direi che rimango soddisfatto. Comincio lunedì. Alla sera andiamo a cena con il professore e altri 3 studenti che noto essere molto a disagio a cena col prof. Infatti poi JingLu mi dice che è la prima volta che vanno a cena con un prof, e che lo ha fatto solo perché ci sono qui io… Mi portano anche una forchetta a cena ma tenacemente uso i bastoncini e me la cavo abbastanza.

Sabato riposo. Jing Lu mi porta a piazza Tien An Men. Dall’accademia ci si mette almeno un’ora e mezza (bus+metro+metro+metro). Il cielo è sempre grigetto, con una nebbiolina perenne, penso dovuta alla smog. Quando torno a casa dovrò fare una cura di aria buona a Rotzo… Qui incontriamo Daniel (lo chiamo così perché è troppo difficile il suo nome cinese), il pseudo-moroso di Lu. Non ho capito bene se siano assieme o no. Ho solo capito che lui si è trasferito da un’altra città solo perché a Pechino c’è lei. È un tipo molto simpatico e anche acculturato, tanto che mi spiega spesso molte cose. Visitiamola Città Proibita, ex dimora dell’imperatore, con tantissime stanze e tempi dove il sovrano faceva le sue cose. Ognuna c’ha sempre di mezzo l’armonia: Sala della Suprema Armonia, Sala della Media Armonia, Sala del cielo e dell’Armonia… Prendo anche l’audioguida in italiano, per quello che costa. Ci sono tantissimi turisti, ma quasi nessun occidentale, solo qualche americano. La maggior parte sono cinesi o coreani, tutti i gruppo, coi cappellini uguali e con la guida con la bandierina. Finito andiamo in Piazza TienAnMen e poi scendiamo a fare un giro tra le vie più caratteristiche. In una di esse troviamo in ristorante dove Lu è già andata e mangiamo veramente bene (vedi foto). Andiamo poi a fare un giro per negozi, specialmente in un grande magazzino dove c’è la roba in discount. Non c’erano cose che mi interessavano particolarmente ma vi dico solo che c’erano tutti i tipi di marchi a prezzi cinesi: converse a 15 euro, giacche da uomo a 30 euro, ecc. Per tornare Lu e Daniel dicono che vogliono seguire me per vedere se riesco a tornare a casa senza la loro guida: missione compiuta! Salto la cena perché a pranzo (alle 15:00) ho mangiato veramente tanto e speso poco (ben 44yuan per 3 persone = 4,40 euro!!).

Porta TienAnMen


Jing Lu e Daniel

Gente, ora abbiamo i cinesi dalla nostra parte!!


Dietro me Piazza TienAnMen e il Mausoleo di Mao


Una delle vie a sud di TienAnMen. Qui si può vedere la vera Cina caotica.

Mi tocca usare i bastoncini, nessuna scusa...


Il pranzo del sabato. Chi ha detto che in Cina si mangia male?


Domenica. Mi alzo con calma perché so che Lu e Daniel hanno avuto una festa tutta la notte. Ne approfitto per venire in ufficio e mandare qualche email. Quando arrivano Lu e Daniel andiamo a pranzo i una bettola, ma il riso con uovo e pomodori è buono. Prendiamo poi l’autobus per il Yiheyuan, il Palazzo d’Estate, che non dista molto dall’accademia. Molto bello anche il lago artificiale Kumming, con tutte le barche (non posto foto, se volete andate a vedere in internet!). Per terminare la giornata pasquale (che qui ovviamente non sanno nemmeno cosa sia) andiamo in un’altra bettola a mangiare i Damplings, ossia i ravioloni ripieni. Buoni.

Adesso prendo la bici e me ne vado all’hotel, che domani si comincia a lavorare in laboratorio.

Io speriamo che me la cavo…

domenica 23 novembre 2008

Monte Carega - Vaio dei Colori

MoR, Marco e Francesco

FOTO:

http://picasaweb.google.it/moreno.daltoso/2008_11_22VaioDeiColori#

Ore 9.00 partiamo da Campogrosso e raggiungiamo l'attacco del Vaio dei Colori percorrendo il sentiero 157/158

Per la mancanza di segnalazioni, difficilmente capiamo che siamo all'attacco del vaio dei colori.

La salita per il vaio non è delle più semplici per la presenza di ghiaccio coperto da qualche decimetro di neve fresca.

Nella prima parte non riusciamo ancora a convincerci che siamo nel vaio dei colori.... poi invece, vediamo la vecchia segnalazione (n°8).

Continuiamo a salire su roccioni coperti da ghiaccio e neve.... il vaio si fa sempre più stretto, la neve ghiacciata aumenta.... cominciamo ad usare la piccozza.

Il Vaio dei Colori presenta un piccolo tratto centrale con corde fisse per superare alcuni enormi massi che bloccano il percorso.....

In estate, questa via ferrata è ben visibile e agilmente la si percorre usando le sporgenze della roccia.... in inverno il fondo sconnesso del vaio è livellato dalla neve e quindi è molto più semplice percorrerlo!

In autunno invece c'è solo ghiaccio che copre le sporgenze della roccia e tratti fondamentali della corda fissa!!!

.... nessun cordino, nessun moschettone.... niente per assicurarci!

Parte MarcoMina, si aggrappa alla poca corda visibile e comincia a salire... usa la piccozza per rompere il ghiaccio..... sono solo 10m, ma mi sembrano 100!!

Indietro non si può tornare.... sarebbe peggio.

Tocca a me, Francesco aspetta.

Vado su di qualche metro.... se scivolo Francesco dietro di me non riuscirebbe a fermarmi, andrei giù per tutto il vaio.... devo affidarmi ai mie piedi e alle mie mani che però sono ghiacciate.... ma non sento il freddo, sono troppo concentrato e ho paura.... una ragionevole paura!

Ma ho anche forza di volontà.

Supero l'ostacolo, ce l'ho fatta.... ce la sta facendo anche Francesco.

Adesso stiamo quasi urlando dal male alle mani... si stanno riscaldando e bruciano!

Ricominciamo a salire, mettiamo i ramponi, si va su gattonando per quanto è inclinato il tragitto.... ma in verità siamo in piedi!!

Continuo a domandare a Marco se ci sono altri tratti di vaio “impossibili” come quello di prima... sono teso.... non ho mai visto la morte così da vicino.... ma non sono in panico, no, ragiono su ogni movimento che sto facendo.

Il tratto finale del vaio non presenta difficoltà eccessive, ma è estremamente pendente.... vediamo la fine... vediamo il sole che illumina lo scollinamento di Bocchetta Mosca a 2029m.

Il cielo è di un azzurro fantastico e le nuvole, trasportate dalle raffiche di vento, scorrono veloci.

Siamo arrivati in testa al Vaio dei Colori, non ci posso credere che sia finita... infatti il Mina s'inventa di allungare l'agonia proseguendo per un canalino sulla destra!

Nessuno sapeva che quel canalino avrebbe allungato di una trentina di metri il vaio.... la pendenza era sicuramente intorno ai 75°.... i polpacci cominciavano a farsi sentire.... dovevo fermarmi ogni tanto per farli riposare.

Le raffiche di vento nel canalino “Variante Mina al Vaio dei Colori” sollevavano la neve ghiacciata che arrivava negli occhi.

Pochi metri alla fine.... la sequenza si ripete per l'ultima volta: rampone dx – rampone sx – piccozza – pugno sx sulla neve.... e su!

Arrivano i crampi, ma non fanno in tempo a bloccarmi perchè ho scollinato.... sono al sole, buttato di schiena... non capisco niente, mi sposto per far passare anche Francesco.

Notiamo che siamo molto più alti di Bocchetta Mosca.... eh eh, la variante Mina!!

Mangiamo e ci scaldiamo al sole..... il paesaggio è bellissimo... si vede il Lago di Garda.... il Po che riflette il sole... e gli Appennini al di là della Pianura Padana!

Marco pensa bene di farsi scivolare il caschetto giù per il vallone.... si getta nella rincorsa, ma lo recupererà solo nel fondo... 50m più in giù!

Non possiamo andare su fino alla Cima del Carega perchè dobbiamo tornare presto, ma neanche ci interessava andarci!

Torniamo per il sentiero 157 che percorre il Vallone Boale dei Fondi.... una bella discesa su neve.

In poco tempo siamo al parcheggio del Passo di Campogrosso..... cappuccino e strudel non ce lo toglie nessuno!!


Percorso eccezionale, ma da non fare in questo periodo!

Orari di percorrenza:

  • 09:00 Partenza (1 ora passata tra le trincee vicino al Rif. Schio!!!)

  • 11:00 Attacco del Vaio dei Colori

  • 13:30 Bocchetta Mosca

  • Pranzo & Riposo

  • 15:45 Passo di Campogrosso


MoR !

(alcune foto aggiunte di MarcoMina)

giovedì 13 novembre 2008

Ghiacciaio Malavalle e rif. Bicchiere (m.3195)

L'escursione che mi appresto a descrivervi l'abbiamo fatta a luglio, precisamente il 26, 27 e 28 luglio 2008.

Già da primavera avevamo in mente di andare in ghiacciao e il più gettonato era il ghiacciaio dei Forni, zona Cevedale e Punta S.Matteo.

Nel'estate 2004 però avevo partecipato ad un trekking in Val Ridanna, dopo Vipiteno (in terra "crucca" per intendersi...), da Masseria fino al rif.Vedretta Pendente. Da quel rifugio si poteva scorgere un secondo rifugio incastonato tra le roccie, in un cucuzzolo, ai piedi di un ghiacciaio. Documentandomi un po' ho pianificato un giro di 3 giorni, partendo sempre da Masseria, in val Ridanna, e in 2 tappe arrivare al mitico rif. Bicchiere (Becherhaus, il più alto rifugio dell'Alto Adige, a 3195 m.), ai piedi della vedretta di Malavalle.

Sentita un po' di gente, alla fine ci troviamo noi tre (io, Carlo Il Rosso e MoR).

Prenotando i rifugi abbiamo optato per sabato-domenica+lunedì, in modo da pernottare al famoso rif. Bicchiere la domenica sera, evitando la ressa delle comitive CAI che solitamente rendono i rifugi invivibili di sabato.

Nell'immagine trovate in verde l'itinerario del primo giorno, in azzurro quello del secondo, e in blu la discesa al terzo giorno.


Partiamo quindi il sabato mattina, con relativa calma, e prendiamo l’autostrada fino a Vipiteno. Tra pausa caffè, pausa bagno, pausa spesa, arriviamo a Masseria, ultimo paese della Val Ridanna (m. 1400 circa) che sono le 11.30… Ora che ci prepariamo, sistemiamo gli zaini è quasi mezzogiorno.

Nessun problema, visto che possiamo arrivare in tutta calma al rif.Monteneve anche nel tardo pomeriggio.

Tutta la zona della val Ridanna e la valle di Lazzago (una sua laterale) è famosa per essere stata zona di miniere. Infatti il rif. Monteneve, nostra prima tappa, è conosciuto perché è stato ricavato da un’edificio dove un tempo sorgeva un villaggio dei minatori. Non sto qui a spiegarvi tutta la storia e vi rimando al sito del rifugio http://www.monteneve.org/ .

Ci incamminiamo per strada sterrata, che dopo una malga muta in sentiero. Il tempo non è il massimo: pioggerellina e coperto, con la minaccia di temporale. Le previsioni però parlano di miglioramento nel giorno dopo, a partire dal pomeriggio. Dopo un paio d’ore torniamo in una strada sterrata, che porta alla malga Posh (2113 m.), alla fine della valle. Appena arriviamo si scatena la bufera. Temporalone con tuoni e fulmini. Mangiamo un panino sotto la tettoia della malga e poi ci spostiamo all’interno in attesa che passi il grosso della pioggia… Infatti dopo una mezzoretta l’acqua si calma. Partiamo quindi per forcella Monteneve (2400 m. circa), dalla quale dovremmo scorgere il rifugio. Dieci minuti prima della forcella passiamo in un punto dove c’è un vecchio accesso alla miniera. Molto suggestivo. Il monte è talmente scavato dall’attività mineraria che, volendo, si potrebbe evitare la forcella passando per un tunnel sotterraneo fino al villaggio dei minatori. Viste le esperienze della Compagnia dell’Anello, e non avendo nessuna intenzione di scontrarci con orchi e Balròg, decidiamo di andare alla forcella. Da qui scorgiamo, un centinaio di metri più in basso, il villaggio dei minatori!

Adesso comincia a piovere seriamente e arriviamo al rifugio dopo una mezzoretta belli fradici!


Per fortuna che il rifugio è praticamente un albergo: c’è anche la doccia calda. Gratis soprattutto!!! La nostra stanza è grande come 2 soggiorni di casa mia, con letti con il piumino. Anche la cena non è male: porzioni abbondantissime, e Il Rosso ha addirittura avanzato le patate!!

Il rif. Monteneve nel villaggio dei Minatori


Fuori però piove. Parlando con un amico del gestore (l’unico che sa un po’ l’italiano…) ci dice che domani hanno messo in miglioramento.

La mattina di domenica non è delle migliori: non piove, ma il cielo non promette niente di buono (nuvoloni). Non bene, visto che dobbiamo fare il passaggio del ghiacciaio di lì a qualche ora. Partiamo comunque. Semmai dovesse mettersi a diluviare pensiamo di tornare indietro. Pioviggina, ma di lì a poco il tempo si stabilizza in nuvoloso-costante e proseguiamo decisi. Passiamo un Passo e scendiamo verso un laghetto, dove facciamo un po’ di pausa prima dello “strappo” fino alla forcella, dalla quale parte il ghiacciaio.

Poco prima di arrivare in forcella troviamo 4 persone che scendono. Sicuramente devono aver passato il ghiacciaio. Chiediamo loro com’è la visibilità in ghiacciaio e ci informano che, passata la forcella, c’è un muro di nebbia… Comunque ci tranquillizzano dicendoci che nel ghiacciaio ci sono alcuni paletti rossi, che portano direttamente al rif. Cima Libera, dal quale poi si dovrebbe vedere il Becherhaus.

Arriviamo all’attacco del ghiacciaio. Non si vede nulla. Le tracce comunque sono evidenti e non sembrano esserci particolari difficoltà.

Dopo esserci attrezzati in cordata, partiamo. Solo qualche piccolo crepaccio, ma nulla di insidioso. Dopo un’oretta circa arriviamo ad un punto morto: le tracce si dividono, non si vede il paletto successivo. Le tracce più evidenti puntano in una discesa di ghiaccio abbastanza ripida. Dopo discussione mandiamo avanti il più leggero (MoR) e gli facciamo sicura, visto che non sappiamo cosa ci sia lì avanti (la visibilità è si e no 10 metri…). La discesa termina quasi subito, e tra uno scorcio nella nebbia intravediamo le rocce e il rifugio Cima Libera. Oltrepassati alcuni crepaccetti, ci togliamo i ramponi e saliamo in pochi minuti al rifugio. Non manca molto al Becherhaus, solo che non lo vediamo…

Mangiamo qualcosa e poi entriamo a prendere una cioccolata. Al rif. Cima Libera (3148 m.) non c’è praticamente nessuno, a parte un cagnone e una ragazza sola che ci prepara tre cioccolate (immaginatevi i commenti di Carlo notando che questa è lì tutta sola a 3000 metri…).

Quando usciamo la nebbia si è un po’ diradata e riusciamo a scorgere sia il rif. Bicchiere sia il ghiacciaio da dove siamo venuti. Ci rassicuriamo di non aver seguito ad un certo punto nel ghiacciaio i paletti blu, che ci avrebbero portato direttamente al Bicchiere: un mare di crepacci!

Ripartiamo tra le rocce verso il Becher. La nebbia si dirada velocemente, lasciando spazio al sole. Ci rimettiamo i ramponi e affrontiamo l’ultimo pezzo di ghiacciaio, fino alle rocce sotto al rifugio.

Qui ci fermiamo un po’ a riavvolgere la corda e a sistemare l’attrezzatura. Penso di averci messo 20 minuti a sciogliere il diabolico “groppo” tra la corda e la fettuccia della mia piccozza (vedi foto).

In pochi minuti raggiungiamo il rifugio, dove ci attende fuori il gestore con un “Concratulazioni!!”.

Ci chiede da dove arriviamo e gli rispondiamo che veniamo dal rif. Monteneve. “Dal Monteneve !!!”. Rimane un po’ stupito e ci fa capire che solo pochi pazzi si fanno questa eterna traversata…

Noi orgogliosi prendiamo tre radler e ci mettiamo nel terrazzo del rifugio a prendere l’ultimo sole, con vista sul ghiacciaio oramai libero dalle nubi. Da qui possiamo vedere bene il percorso che abbiamo appena fatto nella vedretta di Malavalle.

Al rif. Gino Biasi al Bicchiere (m.3195) ci siamo solo noi, i gestori e 3 tedeschi (cvd.)

Cena ottima e fantastico tramonto sul Pan di Zucchero (3507 m.), la montagna più famosa delle alpi Breonie.

Il giorno dopo solo discesa. Massacrante!!! Da 3200 metri a 1400 metri, con gli zaini non poco pesanti. Sotto al Bicchiere breve tratto di ferrata (1 ora). Poi un paio d’ore per arrivare al rif. Vedretta Pendente (2585 m.) dove una “notevole” signorina ci prepara tre caffè (seguiti dai numerosi commenti, che si prolungano fino al rif. Vedretta Piana, poco più in basso…). Un altro paio d’ore e arriviamo a malga Agla, dove ci riposiamo un po’ a mangiare le 1000 scatolette di simmenthal che hanno pesato nello zaino tutti e tre i giorni… (come al solito).

Alle quattro circa ripartiamo da Masseria per Vicenza. Traffico scorrevole e in tre orette siamo a casa.


Che dire di questo maestoso tour ad anello nelle Alpi Breonie… Posti fantastici e poco conosciuti.

Il giro come lo abbiamo fatto noi è proprio ideale perché il primo giorno si fanno sui 1000 metri di dislivello, abbastanza tranquilli, ma ideali per rompere il fiato per il giorno dopo. Il ghiacciaio non presenta particolari difficoltà (nelle condizioni in cui l’abbiamo trovato) anche con la nebbia. Il rif. Bicchiere è in una posizione stupenda e merita sicuramente una visita da parte di chi ama la montagna.

Nei due link a fianco troverete tra gli album miei e di MoR tutte le foto che abbiamo fatto in questo giro.

Riproporremo questo giro a fine agosto dell’anno prossimo, nell’ambito delle attività del Noi Associazione dei Ferrovieri. Massimo una decina di persone.


Alla prossima

MM